Giugno
Dom 05
14:00 - 15:00
Palazzo Santo Stefano
Con Roberto Trotta, Diletta Huyskes e Paolo Dario
Modera Elisabetta Tola
L’intelligenza artificiale è ormai una componente quotidianamente presente nelle nostre attività: dai sistemi di classificazione di grandi moli di dati a quelli di riconoscimento facciale, dai software di analisi dei testi e di traduzione automatica a quelli che permettono di valutare immense quantità di immagini e trovare corrispondenze. Non c’è dubbio che questi sistemi possano avere applicazioni di grande valore per la ricerca, per la diagnostica, per i sistemi di sicurezza. Ma pongono anche molte questioni critiche: non sono sempre affidabili, possono compiere degli errori, possono amplificare bias e pregiudizi già esistenti a livello sociale. E soprattutto possono diventare strumento di violazione di diversi diritti. Rischiano di aumentare le disuguaglianze e di rafforzare la smania di controllo sia di paesi autoritari che di aziende senza scrupoli. È necessario lavorare per una regolamentazione ma soprattutto per una crescita culturale che renda l’IA uno strumento utile e non una ulteriore e potente forma di controllo sociale.
Con Roberto Trotta, Diletta Huyskes e Paolo Dario
Modera Elisabetta Tola
L’intelligenza artificiale è ormai una componente quotidianamente presente nelle nostre attività: dai sistemi di classificazione di grandi moli di dati a quelli di riconoscimento facciale, dai software di analisi dei testi e di traduzione automatica a quelli che permettono di valutare immense quantità di immagini e trovare corrispondenze. Non c’è dubbio che questi sistemi possano avere applicazioni di grande valore per la ricerca, per la diagnostica, per i sistemi di sicurezza. Ma pongono anche molte questioni critiche: non sono sempre affidabili, possono compiere degli errori, possono amplificare bias e pregiudizi già esistenti a livello sociale. E soprattutto possono diventare strumento di violazione di diversi diritti. Rischiano di aumentare le disuguaglianze e di rafforzare la smania di controllo sia di paesi autoritari che di aziende senza scrupoli. È necessario lavorare per una regolamentazione ma soprattutto per una crescita culturale che renda l’IA uno strumento utile e non una ulteriore e potente forma di controllo sociale.