Ottobre
Dom 15
16:00 - 17:00
CORTILE | Palazzo Moroni
In collaborazione con Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro
Con Giacomo Cardaci, Vera Gheno, Eleonora Criscuolo
Modera Enrica Favaro
Nel dibattito pubblico e nei mass media si parla di frequente di cancro come di “lunga malattia” o “male incurabile”, con una narrazione incentrata sulla metafora bellica, con il paziente-guerriero che cerca di vincere la sua battaglia contro la malattia. Negli ultimi tempi però stanno emergendo nuovi approcci al racconto della malattia, grazie anche a pazienti oncologici mediaticamente esposti che portano all’attenzione dell’opinione pubblica l’esigenza, almeno personale, di parlare di cancro in altri termini e con altre prospettive. Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro vi invita a un talk per riflettere sulla narrazione e i linguaggi del cancro, con l’obiettivo non tanto di avere risposte definitive su come sia giusto o sbagliato parlare della malattia, ma per ragionare assieme della responsabilità delle parole e per approfondire il racconto del cancro nelle sue molteplici dimensioni: da quella personale del singolo paziente a quella collettiva delle persone malate di cancro e dei loro famigliari, fino a una prospettiva storica e sociale.
In collaborazione con Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro
Con Giacomo Cardaci, Vera Gheno, Eleonora Criscuolo
Modera Enrica Favaro
Nel dibattito pubblico e nei mass media si parla di frequente di cancro come di “lunga malattia” o “male incurabile”, con una narrazione incentrata sulla metafora bellica, con il paziente-guerriero che cerca di vincere la sua battaglia contro la malattia. Negli ultimi tempi però stanno emergendo nuovi approcci al racconto della malattia, grazie anche a pazienti oncologici mediaticamente esposti che portano all’attenzione dell’opinione pubblica l’esigenza, almeno personale, di parlare di cancro in altri termini e con altre prospettive. Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro vi invita a un talk per riflettere sulla narrazione e i linguaggi del cancro, con l’obiettivo non tanto di avere risposte definitive su come sia giusto o sbagliato parlare della malattia, ma per ragionare assieme della responsabilità delle parole e per approfondire il racconto del cancro nelle sue molteplici dimensioni: da quella personale del singolo paziente a quella collettiva delle persone malate di cancro e dei loro famigliari, fino a una prospettiva storica e sociale.